sabato 12 settembre 2009

I secoli centrali della storia giapponese

Nel 710 venne fondata la nuova e più vasta capitale, Heijo: era appena cominciato il periodo Nara (710-794). Nell'VIII secolo una nuova rete di strade pricipali, che collegavano le capitali alle varie province, consentì una maggior unificazione del regno ed il conseguente consolidamento del potere principale. Gli imperatori cominciarono ad avere come pricipale punto di riferimento il Buddhismo, ma al tempo stesso il clero buddhista, insieme ai clan dei distretti periferici, furono la maggior minaccia al governo centralizzato. In questo contesto di intrighi fu rilevante il ruolo della famiglia Fujiwara, la cui ascesa avvenne grazie ad un'abile pianificazione dei matrimoni delle figlie: la figlia nata dall'unione tra una di queste e l'imperatore nel 749 salì al trono come imperatrice e si adoperò per promuovere il Buddhismo a spese del governo temporale; probabilmente questo fallimento avviò la preclusione delle donne alla successione imperiale, durata quasi un millennio. Per stroncare l'influenza del clero buddhista sullo Stato, nel 784 la capitale fu nuovamente spostata a Nagaoka (a sud-est dell'odierna Kyoto).

Nel 794 le cospirazioni e gli assassinii costrinsero l'Imperatore a trasferire la capitale a Heian-kyo (la futura Kyoto): l'era Heian (794-1185) fu caratterizzata dal dominio della famiglia Fujiwara, mentre il clero buddhista avanzò ulteriormente grazie alle nuove scuole, esercitando un forte ascendente sulla gente comune e divenendo religione di Stato. Nel 907 gli scambi con la Cina si interruppero ed allora l'arte e la cultura giapponesi iniziarono ad evolversi in modo autonomo, raggiungendo il loro apice in questo periodo: la letteratura fiorì grazie ai diari e ai primi romanzi.
I dominatori Fujiwara eccelsero come cultori dell'immagine, organizzando fastose cerimonie e impegnandosi nella ricerca del "bello", mentre non dimostarono particolari doti politiche. Spesso scoppiarono tumulti;

lunedì 7 settembre 2009

Un po' di storia antica...

Le origini della popolazione Jomon, che visse in Giappone nell'omonimo periodo compreso tra 10000 e 300 a. C., sono controverse: doveva essere costituita da nuclei di cacciatori e pescatori; fra di loro vivevano anche gli Ainu, un popolo siberiano di origine preistorica che ancora oggi vive ad Hokkaido.
A partire dal 500 a. C. le popolazioni provenienti dalla terraferma spinsero gradualmente queste tribù verso l'estremo nord del paese: il periodo Yayoi ("inizio della primavera"), dal 300 a.C. al 300 d. C., fu caratterizzato dalle migrazioni di massa più consistenti, in particolare dalla Corea verso le regioni settentrionali di Kyushu. Gli stranieri introdussero l'uso del ferro, del bronzo e la coltura del riso: la comparsa dell'agricoltura in Giappone fu un fattore determinante per la storia successiva, poichè la proprietà terriera divenne la base dell'organizzazione gerarchica pubblica e le conseguenti modifiche nella struttura sociale aprirono la strada al futuro predominio dei sistemi feudali.

Nel periodo Kofun ("antiche tombe"), tra 300 e 552, ai capitribù subentrarono potenti capitani che regnavano su ampie regioni; mentre nel periodo Asuka (dal nome della prima capitale della regione di Yamato), tra 552 e 710, avvenne la rapida adozione della cultura cinese. Il Buddhismo, introdotto da alcuni dignitari coreani in visita nel Paese verso la metà del VI secolo, portò con sè un bagaglio culturale che includeva la gestione politica e la burocrazia, la medicina, la geomanzia (una pratica simile al feng shui), il Confucianesimo e i caratteri usati per la scrittura.
Gli attivi scambi della famiglia reale Soga con la Cina stimolarono riforme politiche, pedagogiche ed etiche, inclusa la prima Costituzione del Giappone , basata su principi confuciani, e favorirono lo sviluppo delle arti (architettura, scultura, pittura, musica e poesia). A metà del VII secolo i dominatori Soga furono spodestati e nel 663 il Giappone perse il suo avamposto in Corea in seguito ad una battaglia navale, ma i commerci con la Cina continuarono.
Nel 694 venne costruita la nuova capitale Fujiwara, a sud di Asuka; con la fine della dinastia Soga, la Riforma Taika ("grande cambiamento") introdusse i primi codici legali e penali ed attuò un sistema di governi regionali; inoltre l'imperatore fu riconosciuto come autorità sacra, ruolo che ancora oggi detiene.

mercoledì 2 settembre 2009

Religione e Filosofia

Shinto, che letteralmente significa la "via degli dei", è il nome attribuito a varie credenze animistiche di origine preistorica nelle quali si veneravano i kami, divinità presenti in ogni cosa. Nei miti cosmogonici shintoisti, i giapponesi e illoro imperatore erano discendenti degli dei; secondo molte varianti dello Shintoismo, tutti gli uomini diventano kami dopo la morte e gli avi devono essere onorati come tali.

Gli insegnamenti del saggio cinese Confucio (551-479 a. C.) predicano umiltà, frugalità, generosità e temperanza. Il codice etico, basato sulla pietà filiale, il rispetto degli anziani e delle tradizioni, fu applicato alle leggi del Giappone a partire dal VII secolo d. C., ma ebbe scarsa influenza sino al 1333, anno in cui i nuovi orientamenti assunti dalla Cina furono adottati dai samurai. La dottrina, fondata sulla conformità all'ordine generale, rinforzò la gerarchia sociale e la lealtà nei confronti dei feudatari o dell'imperatore e dettò le regole del sistema ie, la gerarchia patriarcale; anche l'amore per un'armonia sociale che eviti lo scontro è un'eredità del Confucianesimo.

Gli insegnamenti di Buddha "l'Illuminato", che predicavano la meditazione, la soppressione del desiderio e la coscienza della transitorietà della vita come rimedio al dolore dell'esistenza, giunsero in Giappone dall'India attraverso la Cina e la Corea. Il Buddhismo Mahayana, diffuso dagli emigranti coreani verso la metà del VI secolo d. C., fu elevato a religione di stato dal Principe Shotoku nel 593 d. C. Nei secoli seguenti l'influenza del Buddhismo crebbe parallelamente all'evoluzione delle varie scuole: il Buddhismo Zen, proveniente dalla Cina, si diffuse durante il periodo Kamakura (1185-1333); tralasciando scritti e dottrine, professava il raggiungimento dello stato di "illuminazione" per mezzo della sola volontà personale, soprattutto attraverso lo Zazen (una particolare forma di meditazione) e l'astinenza. Il Buddhismo Zen fu fortemente appoggiato dai samurai ed esercitò una profonda e duratura influenza sull'architettura, le arti e la cultura.

giovedì 13 agosto 2009

Cultura: lingua, scrittura e letteratura

L'origine della lingua giapponese è ignota: appartenente al ceppo urale-altaico, che comprende finnico, mongolo, turco e coreano, nella grammatica è simile a quest'ultimo, con il quale tuttavia non condivide quasi alcun termine. Nonostante il Giappone abbia adottato molti elementi della cultura cinese, inclusi i caratteri usati per la scrittura, le due lingue non son imparentate: nemmeno l'idioma dei primi abitanti del Giappone, gli Ainu, sembra avere collegamenti, ad eccezione di poche parole e di alcuni toponimi. Esistono prove di un lontano rapporto con le lingue austronesiane (quelle parlate in Malesia, Indonesia e Filippine), soprattutto nella fonetica delle vocali. L'incognita tuttavia rimane, ed è fonte di ipotesi sempre nuove.
La lingua giapponese del periodo "medievale" aveva a disposizione tre alfabeti: il kanji (caratteri cinesi importati nel V secolo d. C.), l'hiragana e il katakana, di origine autoctona, utilizzati a partire dall'VIII secolo; solo in epoca moderna si è sviluppata una quarta forma linguistica, il romaji, che impiega i caratteri romani.

Il Kojiki (Cronaca di avvenimenti antichi) e il Nihon Shoki (Annali del Giappone), testi storici dell'VIII secolo dove i miti della creazione si fondono con la realtà, influenzarono il credo shintoista e il pensiero della nazione per oltre un millennio. All'VIII secolo risale anche il Man'yoshu (Raccolta di diecimila generazioni), un'antologia di 4500 poemi scritti da imperatori, nobili e gente comune; molti presentano lo stile conciso e suggestivo del tanka, un predecessore del più noto haiku (componimento di 17 sillabe) tuttora molto diffuso.
I grandi progressi compiuti nel periodo Heian si devono essenzialmente alle scrittrici di nikki (diari) e di monogatari (racconti), che sono i primi romanzi della storia letteraria mondiale. Ancor più importanti furono le scrittrici di corte che intorno all'anno 1000 posero vere e proprie pietre miliari nella letteratura giapponese: Makura Soshi (I Racconti del cuscino) di Sei Shonagon è una raccolta di vivide osservazioni sulla vita di corte, spesso impudenti e disincantate; Genji Monogatari (La Storia di Genji) di Murasaki Shikibu racconta invece i successi e i fallimenti di un principe libertino.
A partire dal XIII secolo, le arti letterarie vennero offuscate per circa 400 anni dalla guerra, anche se fu proprio la violenza bellica a ispirare il poema epico in prosa Heike Monogatari (La storia di Heike), che narra i conflitti tra i clan dei Taira e dei Minamoto. Molti poemi epici, spesso recitati o cantati, furono poi adattati in opere teatrali.

martedì 4 agosto 2009

Geografia

Prima di cominciare a parlare della storia del Giappone e dei suoi protagonisti occorre descrivere brevemente i luoghi ed il pensiero giapponesi, per meglio comprendere gli eventi.

Innanzitutto il Giappone è ed era un arcipelago, costituito da una fitta catena di isole che si snodano lungo il continente asiatico, dalla Siberia orientale fino quasi a Taiwan: Hokkaido, a nord, Honshu, Shikoku e Kyushu, nell'estremo sud, sono le quattro isole principali.

Il 75% del territorio è montuoso, tuttora coperto da foreste e vulcani.